Dopo l’alta pianura veneta, quello del coro la “Noghera” è il primo Trentino.
L’ampia valle dell’Adige ci accoglie e ci sorprende: i terrazzamenti coperti di vigneti salgono in alto sulle pendici di montagne che si annunciano subito imponenti.
Nei pressi di Rovereto c’è Nogaredo, dalla parte della valle che si prende tutto il sole del mattino.
Gli amici del coro abitano quasi tutti lì, sulle balze di una terra che, da sempre, ha fatto nascere e ascoltato i canti della sua gente. Trent’anni fa, chiamati dall’appassionato cuore di Ivan, hanno risposto convinti ed hanno dato vita alla loro avventura. Hanno dentro il sole del mattino quei cantori che il maestro Mauro coinvolge in una vocalità energica e diretta, mai camuffata da artificiosità. C’è il piacere del canto nelle loro voci che hanno abbracciato repertori vari, senza farsi condizionare troppo dalla tradizione ma senza tradirla, nell’intenzione di formulare unicamente un messaggio di convinta e ispirata poesia.
Così vive da quarant’anni la “Noghera” e solo così un coro vive.
Se un coro vuole rappresentare il cuore della sua gente deve contare solo sull’autenticità della sua proposta. Allora riesce a superare i confini del tempo, riesce a raggiungere una dimensione che, poi, per i cantori più anziani fa parte di una vita. Il coro non è più un passatempo e mai nemmeno un peso ma diventa esigenza, diventa impegno sociale, diventa far musica e cultura.
La storia della “Noghera” è così e, insieme, esempio di serenità e amicizia. È facile abbandonarsi sull’onda della sua voce, magari ascoltata una sera di festa tra le sue contrade, e scoprire che gli accordi costruiti dalle sue voci non sono solo suoni sovrapposti ma soprattutto mattoni di cuori e occhi e sogni.
Affiora così, fra amicizie che si intonano sui lunghi riverberi dei canti, diretto e vivo il senso della vita, l’affetto per una vita che è storia di tutti, che sarà la carezza del domani.
Marco Maiero
Compositore, maestro del coro Vôs de mont di Tricesimo (UD)