Erede virtuale della storica Corale Bruckner, l'Ensemble Canticum Novum è un coro misto proveniente dalle valli di Fassa e di Fiemme, in azione dal 1993.
Il suo repertorio abituale è quello sacro, come testimoniato dai due bei concerti cui ho potuto assistere la scorsa estate a Moena, ma non mancano divagazioni al di fuori di quell'ambito. In tal senso si colloca ad esempio la partecipazione all'opera Conturina, come pure altre iniziative volte alla diffusione della cultura ladina. Spicca, nella line-up, la presenza di Angela Chiocchetti, la cui splendida voce caratterizza da sempre il particolare messaggio sonoro dei Marascogn.
"Mosaico vocale" è però un qualcosa che si distacca abbastanza dai suddetti canoni, riunendo venti tracce alquanto eterogenee dal punto di vista della provenienza geografica. Una sfida ardita e carica di rischi intrinseci, ma che l'ensemble, sotto l'attenta e preziosa direzione del Maestro Ilario Defrancesco, riesce a vincere alla grande. Eccezion fatta per tre pezzi, in cui trovano posto le percussioni, non c'è accompagnamento strumentale; nondimeno il CD può certo interessare i lettori di questo sito in virtù della varietà stilistica ed emozionale che lo caratterizza. E così vi sono momenti in cui è la briosità a prevalere, come nel greco "Militza", o nello spiritual "Ride the chariot", o ancora nel centroamericano "Janie mama". A far da opportuno contraltare vi sono invece delle arie più composte, vedi la ieraticità di "Evening rise" (degli indiani d'America), o la meditativa malinconia nordica di "Uti vår hage" (Svezia) e "Ven kan segla förutan vind?" (Finlandia). Si ritorna alla vivacità con due tracce particolarmente riuscite: seppur breve, è un autentico gioiello l'intrigante gaiezza di "Kàlanda fóton" (ancora dalla Grecia), con le voci che agiscono come strumenti veri e propri; una tipica melodia dell'Europa dell'est è invece in "Csàrdàs", dal caratteristico crescendo ritmico. Mi preme inoltre sottolineare tre composizioni firmate dallo stesso Maestro Defrancesco. Davvero riuscita è "Ave o Vergin, Ve salute", una sentita e devota preghiera, presentata anche dal vivo la scorsa estate; "Luna" e "Scoita l'èga ciantar", entrambe su testi dell'ex-Marascogn Stefen Dell'Antonio, suonano più moderne rispetto a tutto il resto: la prima racchiude inusuali e pregevoli armonizzazioni, la seconda è un ammaliante, azzeccato connubio di fluidità e rapidità.
L'Ensemble Canticum Novum, composto da non professionisti che però cantano in maniera assolutamente professionale, dimostra di saper sempre ben padroneggiare un materiale tanto composito, spesso infarcito di partiture tutt'altro che semplici per la nostra sensibilità occidentale. Alla fine del disco non rimane dunque l'impressione di aver ascoltato un frammentario e casuale pot-pourri, bensì un calibrato insieme di idee musicali su cui è stato posto, con abilità e discrezione, il proprio imprimatur. E ciò è un indubbio merito del gruppo e di chi lo dirige.