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Coro Santa Lucia di Magras

Coro Santa Lucia di Magras APS
Magras
TN - Trentino
24 Componenti
6 Tenori Primi
7 Tenori Secondi
6 Baritoni
5 Bassi

Il nostro coro

IL CORO:

Il Coro Santa Lucia è un coro polifonico maschile nato nel 1990 a Magras, piccola frazione del Comune di Malé (TN).

Il repertorio del coro è costituito quasi esclusivamente da musiche ceciliane, brani polifonici in lingua latina per voci virili, spesso accompagnati dall’organo, che abbracciano l’intero anno liturgico. Il coro ha al suo attivo numerose pubblicazioni ed esibizioni concertistiche in Italia (Ravenna, Trento, Milano, Venezia, Capri, Roma, Camerino, Poggio Rusco, ecc.) e all’estero (Šumperk – Repubblica Ceca, Bruxelles – Belgio, Regensburg – Germania, Timișoara – Romania, Varsavia – Polonia) collaborando con vari ensemble e musicisti, tra i quali si citano gli organisti Simone Vebber, Tiziano Rossi, Mauro Brusaferri e Stefano Rattini.

Nel 2003 ha pubblicato l’audiolibro dal titolo “Le voci sacre del Cecilianesimo”, mentre nel 2014 il cd “Nelle chiese del Cecilianesimo”. Nel settembre del 2010, per i vent’anni di attività, il coro ha organizzato l’importante convegno di studi “Fra Ratisbona e Roma: il Cecilianesimo nelle valli alpine” i cui atti sono stati pubblicati nell’omonimo volume curato da Antonio Carlini e edito dalla casa editrice Edizioni 31. Nel 2017 ha preso parte all’importante progetto di riscoperta del compositore Francesco Antonio Berera (1737-1813), originario di Monclassico (TN), attraverso la realizzazione di eventi musicali, tavole rotonde e una pubblicazione discografica in collaborazione con il “Coro In dulci Jubilo” (Tarcisio Battisti, direzione) e l’Ensemble “Labirinti Armonici” (Stefano Chicco, direzione) e sotto la direzione del Festival di Musica Sacra di Trento e Bolzano.

Nel 2022 ha partecipato all’iniziativa del Festival Regionale di Musica Sacra nell’anno della 51ma edizione, “Dalle Dolomiti al Limbara: la musica liturgica nella tradizione popolare delle genti di montagna”. L’iniziativa, che si propone di realizzare il confronto tra le tradizioni popolari nell’ambito specifico della musica liturgica in due regioni italiane geograficamente distanti come il Trentino-Alto Adige e la Sardegna, è riuscita con grande successo con concerti in Sardegna, nel paese di Aggius ed in Trentino, nel paese di Varollo.

Nel 2023, sempre patrocinato dal Festival Regionale di Musica Sacra, ha proposto nella chiesa parrocchiale di Malè e nel Duomo di Trento un concerto con la “Messa n. 19 con stromenti da fiato” di F.A Berera, ed il “Te Deum” di F.Zandonai.

IL REPERTORIO: il repertorio proposto dal Coro S. Lucia presenta brani composti tra gli ultimi decenni del XIX sec e la prima metà del XX sec., quando la diffusione del Cecilianesimo - soprattutto in Germania, Francia e Italia - produsse una radicale trasformazione e omologazione del repertorio liturgico. Così chiamato in onore di Santa Cecilia, patrona della musica, il cecilianesimo fu una risposta alla quasi centenaria assenza del canto gregoriano e della polifonia rinascimentale dalle celebrazioni liturgiche a favore di stili più simili alla musica operistica. In Trentino la riforma prese avvio il 21 novembre 1890, con la fondazione della “Società Ceciliana Trentina”, che riuscì a costruire un’inedita quanto efficace rete didattica che raggiunse tutte le parrocchie della diocesi, comprese quelle più lontane e disagiate. Nella nostra regione il Cecilianesimo divenne un fondamentale tratto d’identità e di tradizione locale, intensamente popolare.

L'ARCHIVIO: Nel corso degli anni ha avviato un importante progetto di ricerca, catalogazione ed archiviazione del patrimonio musicale dimenticato nelle sacrestie delle chiese della Val di Sole e della vicina Val di Non, dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II. L’archivio raccoglie spartiti di brani composti tra gli ultimi decenni del XIX sec e la prima metà del XX sec., quando la diffusione del Cecilianesimo – soprattutto in Germania, Francia e Italia – produsse una radicale trasformazione e omologazione del repertorio liturgico.

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I nostri coristi

Fausto Ceschi
Tenore Primo
Luigi Fontanari
Tenore Primo
Matteo Giovannini
Tenore Primo
Sergio Sartori
Tenore Primo
Luciano Silvestri
Tenore Primo
Marino Zanella
Tenore Primo
Antonio Benedetti
Tenore Secondo
Alessandro Daprà
Tenore Secondo
Raffaele Daprà
Tenore Secondo
Lino Marinolli
Tenore Secondo
Enrico Mochen
Tenore Secondo
Gianni Penasa
Tenore Secondo
Stefano Rigatti
Tenore Secondo
Enrico Bontempelli
Baritono
Elio Gregori
Baritono
Bruno Mocatti
Baritono
Sergio Sebastiani
Baritono
Renato Tenni
Baritono
Elvio Bevilacqua
Basso
Fabio Daprà
Basso
Roberto Dell'Eva
Basso
Michele Donà
Basso
Renato Endrizzi
Basso

I nostri collaboratori

Mario Giuliani
Volontario non corista

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Ave Maria (TTBB + Organo)
2024
Bonaventura Somma (1893 - 1960)
Justorum Animae (TTBB+Organo)
2024
Celestino Eccher
Rex Regum (TTTBB a cappella)
2023
F.Hamma
Te Deum (TTB(B) + organo)
2023
R.Zandonai (1906)
Pastores (TTBB + organo)
2003
Pastorale natalizia, autore ignoto

Il nostro repertorio

Musica sacra o a soggetto religioso
• gregoriana / monodica • liturgica
Altri repertori
• altro
Adoremus
Camillo Moser
Musica sacra o a soggetto religioso - liturgica
Organico:
TTBB
Adoro Te devote
Stephen Moreno
Musica sacra o a soggetto religioso - liturgica
Organico:
TTBB
Asperges me
Oreste Ravanello
Musica sacra o a soggetto religioso - liturgica
Organico:
TTBB
Ave Maria
Marco Enrico Bossi
Musica sacra o a soggetto religioso - liturgica
Organico:
TTBB

Le nostre pubblicazioni

I nostri programmi musicali

De profundis
I riti funebri, quantomeno in ambito cristiano e cattolico, fino a pochi decenni orsono, si svolgevano secondo un modulo e con un riferimento a testi liturgici, di cui i canti in programma facevano parte integrante, cristallizzati da secoli intorno a un universo simbolico che sembrava immutabile.
Fino a quando cioè, prima del concilio ecumenico Vaticano II, l'escatologia era un capitolo della teologia dogmatica caratterizzato da connotati antropomorfi, la funzione precipua del funerale era quella di accompagnare il defunto attraverso il passaggio impegnativo dalla vita terrena alla vita ultraterrena. Passaggio che il catechismo codificava nei cosiddetti "quattro novissimi" (le quattro realtà/avvenimenti ultimi): la morte, il giudizio, l'inferno e il paradiso. Questo universo simbolico/rituale si trova mirabilmente sintetizzato nella sequenza musicale-liturgica del "Dies irae" ("Giorno dell'ira"), sulla quale tutta la liturgia dei defunti era da secoli imperniata e che riguardava ogni singola persona che veniva a morte, pur conservando sullo sfondo il riferimento al conclusivo apocalittico "giudizio universale" della fine del mondo. Anche se la liturgia allora parlava latino, si riteneva evidentemente che l'universo simbolico ivi sviluppato e cristallizzato - quasi a dare l'idea della fissità immutabile e irreversibile della sentenza - fosse sufficientemente noto e comprensibile da non aver bisogno di commenti né di chiose: parlava da sé (ai funerali allora non era prevista la predica). I canti di accompagnamento liturgici e processionali: dal miserere al de profundis al libera me Domine de morte aeterna in die illa tremenda ("Liberami Signore dalla morte eterna in quel giorno tremendo") dell'assoluzione al feretro fino all'in paradisum s'inseriscono tutti in questo schema di universo simbolico di cui musicalmente andiamo a far memoria (memoriam facere). Pier Giorgio Rauzi
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Il Cecilianesimo nelle valli alpine
Grazie alla vicinanza con i paesi tedeschi e all’azione di musicisti e sacerdoti particolarmente sensibili alle idee riformistiche del cecilianesimo, come don Riccardo Felini, Giuseppe Terrabugio e don Celestino Eccher, nella diocesi di Trento le nuove idee ceciliane si affermarono energicamente.
Il vivace attivismo musicale del movimento ceciliano portò alla fioritura di cori in tutte le parrocchie, che mutuavano il loro repertorio dalla Biblioteca della Società Ceciliana Tridentina che metteva a disposizione soprattutto le edizioni Pustet di Ratisbona, le pubblicazioni della rivista «Musica Sacra» di Milano, dell’editore Capra di Torino. Preferite erano le partiture semplici, firmate da autori moderni fedeli al nuovo spirito ceciliano, come Oreste Ravanello, Giuseppe Terrabugio, Lorenzo Perosi, Ignaz Martin Mitterer, Michael Haller, Franz Xavier Witt e Luigi Bottazzo, ma anche antichi illustri maestri Giovanni Pierluigi da Palestrina, Orlando di Lasso, Giovanni Maria Nanino, Antonio Lotti, Felice Anerio e Jacques Arcadelt. Nell’arco degli anni tuttavia la scrittura polifonica venne sempre più marginalizzata a favore di brani ancor più semplici, spesso firmati da sconosciuti autori locali e che «dimenticavano le complicatezze della polifonia per adottare morbide successioni di terze e seste e più sicuri procedimenti omoritmici, con risultati non privi di fascino» (Antonio Carlini).
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I maestri del Cecilianesimo
Il repertorio qui proposto presenta brani composti tra gli ultimi decenni del XIX sec e la prima metà del XX secolo dai grandi maestri del Cecilianesimo.
Le note di Oreste Ravanello, Lorenzo Perosi, Ignaz Martin Mitterer, Franz Xavier Witt, ma anche antichi illustri maestri come Giovanni Pierluigi da Palestrina, saranno rievocate dall'intensa vocalità del Coro S.Lucia.
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Coro Santa Lucia di Magras APS

Sede e sede prove
Frazione Magras, 4438027 Malè (TN)
Recapito postale
Fausto Ceschi
Via dei Mori 12
38027 Croviana (TN)