A Sud delle donne: mali d'amore e altre stregonerie
I tantissimi brani di tradizione orale “al femminile” del Sud Italia ci descrivono con dovizia di particolari le diverse mansioni, i ruoli sociali, gli stereotipi di genere che nelle società arcaiche tradizionali (ma anche nella sfera colta del melodramma) venivano attribuiti alle donne.
Mogli e madri, soprattutto ed innanzi tutto (E ninne nanne - Fa la nana, drammatiche ninne nanne che raccontano della dura condizione femminile contadina), ma allo stesso tempo lavoratrici in condizioni pesantisime, dove lo sfruttamento del lavoro e anche del corpo femminile erano una realtà scontata e da subire in silenzio: silenzio rotto solo come sfogo nelle canzoni di lavoro collettive. Donne innamorate, in un mondo in cui il controllo sociale soprattutto sulle “zite” (giovani non ancora sposate) era fortissimo, ed il concetto di “onore” di una famiglia era veicolato dal comportamento delle donne, che doveva corrispondere alle aspettative sociali ed essere irreprensibile. Mali d’amore da togliere il sonno (Mi votu e mi rivotu suspirannu), spesso alimentati esclusivamente dal desiderio stesso dell’amore e la perenne paura dell’abbandono maschile, dopo ma soprattutto prima delle nozze, tragica evenienza che avrebbe esposto le donne “disonorate” ad una condizione di marginalizzazione e fragilità sociale molto alta (Cu ti lu dissi ca t’haiu a lassari).
Anche il mondo del mistero e dell’occulto è sempre stato appannaggio del femminile: formule e rituali iatromusicali per togliere la “fascinazione”, il malocchio, il fuoco di Sant’Antonio; invocazioni e gestualità legate al culto dei morti che ci riportano a stereotipie musicali come il lamento funebre, osservabile fin dalle antiche civiltà del Mediterraneo ora rimaste e traslate nelle Passioni Popolari di Cristo (Pianto di Maria e Passione di Diamante, straordinari esempio di Plancus Marie calabrese). Di origine Greca pure l’antichissimo apparato rituale del Tarantismo, vero e proprio esorcismo musicale per guarire dal “morso della Tarantola”, ancora vivo e fortunatamente documentato negli anni 1960 nel basso Salento. Il mitico ragno, guarda caso, pungeva solo le donne, procurando loro un “malessere dell’anima” (cit. De Martino) ed un turbamento fisico che le portava ad uno stato alterato di coscienza da cui si poteva guarire esclusivamente con la musica, il canto e la danza.
FIMMENE FIMMENE, KALINIFTA e LA ZAMARA nascono ispirandosi al materiale musicale raccolto dalla sottoscritta direttamente dalla viva voce di informatori pugliesi all’inizio degli anni 90 per la stesura della tesi di laurea in etnomusicologia. Nello specifico, il primo è nella versione di un coro di anziane di Torrepaduli (LE) i rimanenti quella degli ultimi due straordinari cantori di Cutrofiano (LE) Uccio Aloisi ed Uccio Bandello, già registrati dall’etnomusicologo americano Alan Lomax nel 1954.
MI VOTU E MI RIVOTU, CU TI LU DISSI, TERRA CA NUN SENTI invece appartengono ad un repertorio di canti tradizionali siciliani, documentati fin dalle ricerche del Pitrè di metà 1800. Sebbene di origine anonima sia nel testo che nella musica, i canti tradiscono una permeabilità osmotica con la cultura colta: sono scritti nell’aulico verso dell’endecasillabo e per quanto riguarda MI VOTU E MI RIVOTU, il tempo di Barcarola e la melodia cullante possono essere verosimilmente assimilabili con alcune struggenti melodie Belliniane.
In queste elaborazioni, l’ispirazione principale è quella della struggente voce di Rosa Balistrieri (1927-1990), straordinaria interprete della dura condizione femminile siciliana.
Tutti i brani proposti sono personali rielaborazioni (sempre in divenire!!) della direttrice Elide Melchioni.
• A sud delle donne: mali d’amore ed altre stregonerie
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• Fimmene fimmene (trad. Salento, Arm. Melchioni)
La zamara (trad. Salento, Arm. Melchioni))
E ninne nanne (trad. Abruzzo)
Kalinifta (trad. Grecìa salentina, Arm. Melchioni)
• Mi votu e mi rivotu (trad. Sicilia Arm. Melchioni)
• Cu ti lu dissi (trad. Sicilia Arm. Melchioni)
• Terra can un senti (trad. Sicilia Arm. Melchioni)
Fa la nana (trad. Emilia Arm. Melchioni)
Passione di Diamante (trad. Calabria)
Pianto della Madonna (trad. Lazio)
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